Vino Etna Doc

Il vino dell’Etna non ha bisogno di presentazioni perché è conosciuto in tutto il mondo per le sue qualità eccellenti e la tipicità legate all’esclusivo terroir vulcanico.
A rendere davvero grandi questi vini concorrono alcuni fattori: i differenti terreni di origine vulcanica, le escursioni termiche, l’esposizione del versante del vulcano, l’altitudine, la vicinanza del mare e l’età delle viti.
In questi ambienti troviamo alcuni dei vigneti più antichi d’Italia coltivati con il tradizionale alberello su terrazze, anche strettissime, sorrette da suggestivi muretti in pietra lavica a secco.
L’areale di coltivazione dei vigneti dell’ETNA DOC (prima denominazione di origine siciliana, 1968) ha una forma semicircolare troncoconica che si estende attorno al vulcano da nord a sud-ovest in una fascia che va da 450 a 1000 metri di altitudine sul livello del mare.
In questa area vengono coltivati da centinaia di anni i vitigni autoctoni che concorrono alla produzione della Doc Etna: il Nerello mascalese e il Nerello cappuccio per i rossi e i rosati, il Carricante e, in piccola misura, il Catarratto per i bianchi. Sull’Etna ogni versante del vulcano per la diversa esposizione, altitudine e distanza dal mare produce effetti diversi sul vitigno e sul prodotto enologico.
La zonazione viticola ha confermato le diverse specificità sensoriali in funzione del terroir e del versante di produzione. I vini bianchi alla degustazione mostrano diverse percezioni degli aromi floreali, erbaceo fresco, sentori fruttati, erbaceo secco a seconda del versante.
Anche i vini rossi si differenziano per la diversa prevalenza dei sentori fruttati, aromi floreali, vegetali, note speziate o tostate a seconda del versante di produzione. I vini dell’Etna sono considerati vini di montagna e sono caratterizzati da grande mineralità, freschezza ed equilibrata alcolicità.

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